Ogni volta che ritorno a casa dopo un lungo periodo da inquilina in terra straniera, è una sensazione strana.
Non lo capisco. Non ci credo che le mie valigie non toccheranno, almeno per un po’, quelle terre appena scoperte, ma che solcheranno strade che conosco persino ad occhi chiusi.
Non ci credo nemmeno io, anche quando mi incammino verso l’aeroporto; quando supero i controlli. E mi chiedo: chissà dove sto andando, e chissà ancora per quanto.
Non ci credo neanche quando sto per salire sull’aereo, quando ripongo la valigia dentro la cappelliera e mi allaccio le cinture.
Non so nemmeno se aspettarmi un messaggio del capitano in francese o in chissà quale altra lingua. Eppure lui finalmente parla quell’idioma che per me è il più comprensibile tra tutti: il mio.
E dunque l’aereo si muove, comincia a correre e tutto vibra, dentro e fuori di me. Si alza in volo, plana e io vedo quella terra che ha finto di essere stata casa mia, rimpicciolirsi sempre più.
“Chissà dove sto andando” continua a chiedere il mio cervello vagabondo. Sto andando incontro al futuro, risponde quel lato filosofico che risiede da qualche parte tra il cuore e il cervello.
Finché dopo quasi due ore di pensieri, misti a foto, musica e sogni, guardo fuori e vedo che le nuvole e il cielo hanno lasciato il posto alla terra.
E poi la vedo, la mia isola; mia per tante e tante ragioni. E allora lo capisco, allora davvero mi risveglio: sono tornata a casa.
bello questo tuo viaggio, questo ritorno a casa fra mille sensazioni e quel chiedersi davvero dove stia la vita, se nei viaggi appena fatti o nella terra natia.
Bellissima la foto di apertura del tuo blog, una bellezza senza confini apre lo sguardo verso l’orizzonte, immaginando, forse sognando, nuove terre…👍👍👍👍👍👍😉😊🤗👏👏
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Che viaggio era quello di Ulisse? Cosa lo spingeva a non fermarsi mai? L’amore per la conoscenza, il desiderio di sapere lo spinsero a superare limiti impensabili e ritenuti impossibili. E’ il mito caro al ricercatore, sempre in movimento, consapevole dei propri limiti, ma sospinto da un’irrefrenabile forza propulsiva. Dove sarà l’ultima Itaca?
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Itaca è lì, sempre un po’ oltre a dove dovrebbe essere.
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Tutti abbiamo la nostra Itaca, non importa quanto tempo le staremo lontani, tornare darà sempre una strana sensazione…e l’odore unico e inconfondibile di casa
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Oh, rieccoti!:-)
Veste nuova, totalmente rinnovata…. mi sembra di ricordare un simpatico blog, sfondo beige-marrone, sbaglio?
Complimenti per questo tuo nuovo look e auguri per altri lusinghieri traguardi!
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Che post delicato. Leggendo il tuo “su di me” ho notato il periodo catalano, coincidenza, sono stato a Barcellona di recente e sono rimasto incantato da quella città. Quanto al tema del post, mi è subito balzato in mente Pavese, ovvero:
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”.
Forse è quello che hai provato, la sensazione strana di avvicinarti a un posto dove anche le pietre sono rimaste ad aspettarti.
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ps e sempre in tema di ritorni, Itaca rappresenta senza dubbio la partenza e il viaggio, ma pensa un poco, il figlio di Ulisse ha girato mezzo mondo alla ricerca del padre e poi, dove l’ha trovato? A casa…
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Bellissimo questo tuo scritto ☺️ mi ha riportato a qualche settimana fa, in aereo mentre rientravamo dal viaggio di nozze. 🥰
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E’ bellissimo quello che hai scritto e concordo con Ehypenny, ognuno ha la sua Itaca, il suo punto di riferimento, casa sua. Grazie 🙂
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Grazie mille! E si sottoscrivo: ognuno ha proprio la sua Itaca. 😊🍀
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Ognuno ha la sua Itaca, ma ogni tanto è bello ripartire, per poi sognare di tornare a casa, per amare di più ciò che a volte si crede scontato.
Bello il tuo articolo, di piacevole lettura. 😊
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Concordo pienamente con te. Bisogna staccare, allontanarsi, sentire il silenzio per pensare con affetto a ciò che abbiamo messo da parte e rivalutarlo sotto una nuova luce ❤
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Ciao Vale, mi sono resa conto solo adesso che tu per prima sei passata dal mio blog lasciando una stellina ad un mio articolo… Che dire? Dopo aver letto un po’ di te sul tuo blog sono davvero felice di seguirti. Mi piace il tuo approccio alla scrittura e anche i pensieri che sviluppi. Appena avrò un po’ più di tempo non vedo l’ora di leggere alcuni tuoi racconti! Le radici sono importanti quanto anche il saper spiccare il volo verso mete lontane e allargare i propri orizzonti. Grazie ancora che sei passata da me, un abbraccio
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Super gentile! Concordo con te! E grazie a te ❤
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