Pensieri della sera che magari non parlano sempre di amore, Pensiero e sentimento

E Margherita?

La vita è un po’ come il libro Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Sei curioso di capire finalmente chi è questa Margherita, ma devi aspettare e aspettare.

E così vale anche per i momenti di gioia: parti dal giorno uno, quando esprimi un desiderio, e dunque cominci ad attendere che esso si avveri. Ciononostante, quella gioia, un po’ come la nostra Margherita, sembra sfuggirci: riusciamo a intravederla sì, proprio a qualche giorno dall’inizio dell’attesa, ma giusto per un attimo fugace. Difatti, ella subito sparisce e così ritorna il silenzio più assoluto.

Finché, quando ormai ti sei pure quasi dimenticato dell’esistenza di quel sogno, o della stessa Margherita, la vita, proprio come Bulgakov, comincia ex abrupto il “Libro II”, il cui primo capitolo è intitolato per l’appunto “Margherita“. E tu, lettore, non te l’aspettavi mica che il narratore che lo guida e ci guida potesse essere così biricchino.
E allora sì che capisci che la copertina del libro che avevi tenuto in mano fino a quel momento non mentiva; che non era stata scambiata e messa sopra un altro libro. Adesso hai le conferme che inconsciamente cercavi e la tranquillità di non aver perso tempo sul libro sbagliato.

E come per il Maestro e Margherita, così anche, lo ripeto, la vita: che per un lasso di tempo lento e noioso ti è sembrata sbagliata, di colpo comincia ad avere senso.
Insomma, grazie Bulgakov per confondermi e farmi redimere, insieme.

Messaggio per i miei lettori:
scusate la mia lunga assenza, ma sto lavorando per il mio futuro. E in questo futuro vedo certamente ancora la scrittura, quindi a presto!
V.R.

14 pensieri su “E Margherita?”

    1. Succede.
      Tuttavia quando succede, e ne siamo consapevoli, con grandissima forza di volontà dovremmo/dobbiamo prendere in mano le redini di quel cavallo che sennò ci porta a briglie sciolte in chissà quale angolo remoto della terra che non ci appartiene e dove non saremo mai soddisfatti.

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  1. Direi che non esistono libri sbagliati…spesso siamo noi. Ogni libro è un lascito ..un pezzo di storia, una storia in generale. Per cui credo che vale la pena sempre leggerlo anche quando non ci appartiene. Sul tuo concetto di gioia…direi che non fa una piega..ma prima di quel silenzio assoluto che citi – io ci vedo quello spazio infinito, della ricerca, della percezione di averla vissuta. Ecco quei silenzi sono differenti da altri, sono più corposi, più ricchi e certamente lasciano in noi una certezza su tutte. CI SIAMO

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    1. Mi piace pensare che seppure avessi avuto in mano “il libro sbagliato”, proprio per averlo avuto a mia disposizione, ciò avrebbe significato comunque qualcosa. Tanto che mi sarei posta la domanda: “Perché è qui? Qual è la lezione da imparare da queste pagine che avrei erroneamente giudicato come uno sbaglio?”.
      Su questo sono d’accordo: è vero che ogni libro ha una storia che, sebbene non ci appartenga, contribuisce lo stesso a renderci ciò che siamo e magari a capire perfino ciò che non vogliamo.

      Invece, parlando di silenzio, è vero anche quel ragionamento: c’è un senso di attesa, di fermento, di possibilità; una sensazione di energia elettrica che, con l’avanzare della profondità di quel silenzio, va diminuendo fino ad arrivare al non suono più assoluto.

      E la reputo una delle esperienze più trascendentali della vita.

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