Pensiero e sentimento

Pensieri della sera che parlano d’Amore

No, non è vero che per me l’amore non esiste, anche se rispetto al passato, lo considero diversamente.
L’amore sì che esiste, eppure nel mondo, nel secolo e nel contesto in cui sono nata è talmente raro, da rischiare di non incontrarlo mai.
Un tempo c’era la guerra, più povertà, meno distrazioni. Le persone puntavano alla praticità, coglievano l’attimo, imparavano ad alimentare sentimenti puri e duraturi, basando la loro vita su cose semplicissime, ma non per questo meno vere e reali.
Non era con i telefoni che combattevano la lontananza, ma imprimevano talmente nel loro cuore una passione, che nemmeno il freddo di una nuovo inverno distante da casa, la poteva cancellare.
Lo stesso andare al fronte per un giovane, gli faceva capire già a soli diciott’anni che la vita può essere breve, che si può fare qualcosa per cambiare le cose, e che l’amore vero supera anche la trincea e ti aspetta a braccia aperte, una volta sentita suonare la campanella della vittoria.
Non c’erano messaggi da mandare facilmente, ma lettere scritte di pugno e cuore. E poi c’era il vedersi appena la vita lo concedeva, che senza quello, non si poteva costruire niente.
Uscito di prigione, mio nonno ritornó da mia nonna e stettero insieme, fino alla fine, anche quando, questa volta, toccó al lavoro il compito di dividerli ancora.
Ecco, io discendo davvero da questa generazione che ha saputo scegliere, aspettare, tenersi. Che ha scelto i sentimenti reali e non qualche momento di pseudo amore dettato dalla solitudine o dalla moda.
Ho imparato a danzare con la mia solitudine, senza precludermi di aprirmi alle novità e valutarle ogni volta. Ognuno può cadere nella trappola che ogni nuovo incontro possa essere amore, ma dalla nostra parte, a guidarci ci sono le esperienze, l’età e un obiettivo chiaro. Perché ciò che si è andato apprendendo negli anni, ci ha insegnato a riconoscere subito chi abbiamo davanti e, finiti i lunghi vent’anni, lo sappiamo più di prima chi non è Amore.
Sono ancora quella che ama le lettere scritte a mano e direbbe a parole e di faccia tutto quello che ha nel cuore.
E quando un giorno, se mai avrò questa fortuna, troverò una persona tanto speciale a cui dedicare la parte migliore di me, allora anche io, figlia della mia generazione, userò il telefono, soltanto per due motivi: cercare il suo indirizzo su google maps e scrivergli un semplice messaggio: “sto arrivando”.
E se mentre esco di casa, magari me lo ritrovo assurdamente davanti al mio portone ad aspettarmi: che dirvi, è questo ciò che riassumerebbe tutto quello che per me è ancora Amore.

Pensiero e sentimento, Poesia

La guerra mondiale

Magari oggi non sorriderò e parlerò poco.
O chissà, magari domani farò battute e sembrerò goffa.
Ma tu che mi guardi da fuori, prendimi la mano sia oggi che domani.
Nella testa ho una guerra mondiale che concentra tutte le energie per ricaricare i cannoni di paura e paranoia.
Eppure
, tu che sei fuori, stai sicuro che questo non lo vedrai;
al massimo noterai del vapore fuoriuscire dagli occhi o forse ti sembrerò stanca, ma non sentirai urla, né pianti.
Perché non ne farò.

Quindi fa’ piano, tu che mi vedi sorridere sull’orlo di una battuta tra le luci della notte.
Che mentre mi cibo della tua compagnia, tu, caro amico mio,
stai curando un po’ della mia malinconia.

Pensieri della sera che magari non parlano sempre di amore

Fermati

Fermati.
Che affannarsi a rincorrere qualcosa, non per forza ci fa giungere subito alla meta.
Fermati.
Non c’è errore nel fermarsi; nel riprendere fiato, nel ricalcolare la rotta.
Fermati.
Che nessuno ti giudicherà realmente. Vivi la tua vita per come hai bisogno di viverla.
Fermati.
E non giudicarti, che a volte un passo indietro precede cento passi avanti.
Fermati.
Che non sei una macchina e che, a volte, anche le macchine si fermano.
Fermati.
Perché potresti sbagliare strada, perché potresti davvero sbagliare qualcosa.
Fermati.
E prenditi il tuo tempo, perché è tuo e nessuno te lo deve togliere.
Fermati.
Che il destino è scritto, e quella pausa era già stata messa in conto.
Fermati.
Perché devi volerti bene.
Fermati.
E consigliati di fermarti come lo consiglieresti alle persone più care quando le vedi boccheggiare.
Fermati.
Vai nel punto più alto e guarda la bellezza del panorama, respirando a pieni polmoni.
Fermati.
Trova il tempo per dormire, per tornare a sognare, per sentire le emozioni.
Fermati.
Trova il tempo per capire, per scoprire chi c’è sotto la tua maschera e quella di chi ti circonda.
Fermati.
E fai il punto della situazione, respirando lentamente.

Hai tutto il tempo del mondo.

E dopo che lo avrai fatto.
Riparti.
Ricomincia.
Goditi il viaggio in tua compagnia.
E solo allora, neanche tu saprai come è che sei riuscito ad arrivare a destinazione.

Pensiero e sentimento, Racconti, Racconti & Poesie

Il tuo ruolo

Oggi ho il cuore che trema; sussulta con lievi scosse di terremoto. Le sento fino alla gola, fino al retro della bocca, mi arriva agli occhi.
Oggi ci sei, sei ritornato con tutte le tue valigie piene di ogni cosa; hai con te i tuoi sorrisi, hai con te le mie pene.
Oggi, tra un masso che cade e un raggio di sole, cammino sospesa tra il buono e il brutto di te. Mi dico che il passato insegna e che il tempo idealizza. E allora cerco di vederti per quello che sei veramente, tu che te ne stai lì sulla soglia della porta e tieni le due valigie ambo i lati.
Sei un ricordo, un ologramma di qualcuno che un tempo mi teneva il cuore talmente tanto forte da stritolarmelo. Quel qualcuno che poi ha allentato così tanto la presa, da farselo scivolare dalle mani. Sei qualcuno che ha voluto riprenderlo a periodi alterni, così, senza impegno, come se si trattasse di un oggetto qualunque.
E invece era un cuore, un cuore con le sue pene ed il suo amore. Un cuore che ha scattato tante foto di quella tua  faccia ambigua e le ha nascoste sotto le lenzuola per guardarsele di nascosto dalla ragione, in giorni come questi.
Allora tu rimanitene lì, per favore, lì con tutte le tue valigie davanti alla porta aperta. Ti giuro, te lo giuro che ti lascerei tanto entrare e ti verrei ad abbracciare, ma ho troppi alleati ormai che mi danno dieci, cento, mille mila ragioni per non toccarti e lasciarti nuovamente andare via.
Per me in amore o è tutto o è niente; per me l’amore è un’amicizia con una magia in più. Per me l’amore è la serenità, che non può essere il paradiso in questa terra, ma è pur sempre una casa con un letto caldo dove potermi riparare dalla vita, dal resto della vita.
L’amore non è inferno, non sono cuori trattati come carne inanimata e lasciati cadere in mezzo alla neve d’inverno. Non è il desiderio di un ragazzo di sentirsi uomo e avere qualcuno accanto, per come lui se lo immagina.
Amore è altro, un “altro” che tu non puoi darmi, che non ho mai capito se non vuoi veramente darmi, ma che per tutto questo, amore non coincide con te.
E te lo giuro che mi dispiace, mi piange il cuore perché finché non mi compare davanti Amore, il mio Amore, credo ancora che sia tu, ancora lì a guardarmi sulla soglia di quella porta semi aperta che sta per chiudersi.
Perciò ti chiedo di andare via, di andare via e farmelo notare. Di fare tanto rumore, di procurarmi il sollievo di una liberazione, un richiamo che attiri Amore, il vero Amore, e che me lo faccia venire qui, nel punto in cui sei tu, davanti a questa porta ormai chiusa. Che Amore bussi, che mi spinga a guardare dallo spioncino, e che magari io esiti a dargli inizialmente confidenza, ma che poi capisca: che Amore era lui, era sempre stato lui che si è solo fatto solo aspettare e che tutto quel che è stato del tuo ruolo nella mia vita, è servito a rendermi pronta ad amare, ad amare davvero, qualcuno che da me, questa volta, ci rimane.